La crisi innescata dal virus Covid-19 ha messo in risalto le debolezze strutturali della costruzione del progetto europeo. La portata storica di questo avvenimento ci pone davanti ad inevitabili cambiamenti che occorre governare e indirizzare con forza, cogliendo l’occasione di lasciarsi alle spalle ciò che già da prima aveva dimostrato di non funzionare.
Le proposte che avanziamo intendono far fronte alle carenze del sistema economico-istituzionale europeo sia per un’efficace gestione dell’emergenza sia per una sua trasformazione nel medio-lungo periodo.

Per la riabilitazione immediata delle economie più colpite dalla crisi proponiamo:

  • Un massiccio intervento della BCE finalizzato all’acquisto dei titoli di debito degli Stati membri sul mercato primario, con l’obiettivo di monetizzarli, insieme alla costituzione di un Recovery Fund finanziato attraverso l’emissione di Eurobond come misura di accompagnamento.
  • Di istituire controlli sui movimenti di capitali, come previsto dall’art.65 del TFUE, per evitare comportamenti speculativi.
  • La regolarizzazione dei migranti per garantire loro l’accesso alle cure incondizionato allo status lavorativo o reddituale.

Superata l’emergenza, auspichiamo che:

  •  Forme di mutualizzazione del debito e di sua monetizzazione si consolidino come prassi di politica economica europea volte all’aumento del bilancio comunitario.
  • La leva fiscale comune venga impiegata come strumento per la restituzione del debito di carattere europeo e per l’aumento del bilancio dell’Unione Europea.
    In particolare, si propone l’applicazione di:
    o Un’imposta sui servizi digitali così come rivista dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 13 Dicembre 2018. Una volta implementata l’obiettivo di medio-termine è che venga resa progressiva.
    o Una tassa progressiva a livello europeo sulla ricchezza del famoso 1% degli individui più ricchi.
  • La gestione europea del problema migratorio venga rivista radicalmente e intrapresa con finanziamenti adeguati e nel rispetto dei diritti umani.
  • Venga predisposto un reddito di base europeo.
  • La Confederazione dei Sindacati Europei si faccia promotrice di un’azione di omogeneizzazione dei mercati del lavoro nazionali attraverso una loro progressiva de-flessibilizzazione e l’implementazione di un modello di concertazione unico che preveda la partecipazione del sindacato nelle scelte di programmazione aziendale. L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze, di genere e non, tra i redditi da lavoro e stimolare la produttività attraverso l’innovazione tecnologica.
  • Venga adottato uno Standard Sociale Europeo che comporti controlli sui movimenti di capitale, e al limite di merci, verso i Paesi membri che praticano dumping sociale, fiscale e ambientale.
  • Un piano di riconversione industriale del settore bellico a fini civili venga attuato a livello comunitario senza tagli ai posti di lavoro.
  • A fronte della maggior integrazione fiscale e monetaria, il Parlamento europeo sia posto al centro del triangolo istituzionale e divenga espressione di Partiti a dimensione realmente europea.

 
Clicca qui per scaricare l’appello

Sottoscrivi l’appello