Già dalla sua esortazione nell’Evangelii gaudiumPapa Francesco critica aspramente «un’economia dell’esclusione e dell’inequità», un’economia che «uccide» (EG n. 53), e solleva una questione morale e non per porre mano direttamente ad una riforma dell’attuale sistema finanziario dal punto di vista strutturale e tecnico. Non è infatti compito specifico della Chiesa proporre una simile riforma, semmai della politica e dello stesso mondo economico. Forse per questo lo scorso maggio ha inviato una lettera ad economisti di tutto il mondo, «vi scrivo per invitarvi ad un’iniziativa che ho tanto desiderato: un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un ‘patto‘ per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani». La lettera che Papa Francesco ha inviato per costruire una nuova economia rappresenta un passo molto importante per cercare di generare un vero cambiamento.

 

Tra un mese giovani economisti, changemakers e imprenditori da tutto il mondo si troveranno ad Assisi per dare un volto umano all’economia. Saranno più di 2000 e raggiungeranno Assisi dal 24 al 28 marzo spinti dalla volontà comune di costruire un mondo più equo e sostenibile. La parola chiave dell’evento sarà ‘slow, non abbiamo voluto che fosse il solito convegno, ma che tutto fosse vissuto con lentezza e libertà per vivere in pienezza quei momenti. I giovani prenderanno parte a tavoli tematici distribuiti in 12 villaggi, dove avranno modo di confrontarsi e scambiarsi idee, sfide e proposte per una nuova economia. I dodici villaggi tematici variano da management e dono, finanza e umanità a lavoro e cura, energia e povertà, agricoltura e giustizia, business e pace, women for economy, COdelle disuguaglianze, profitto e vocazione, imprese in transizione, vita e stili di vita, policies e felicità. Nei vari villaggi avranno modo di prendere parte a workshop, momenti di networking e tantissime altre attività. Saranno presenti all’evento inoltre premi Nobel, come Muhammad Yunus ed Amartya Sen, e tanti altri economisti, esperti e personalità mondiali per fare da testimonial all’evento, come Stefano Zamagni, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, con i quali i giovani avranno la grandissima opportunità di avere dei colloqui privati.

 

Da non sottovalutare è il luogo in cui tutto questo accadrà, Assisi. Francesco ci invita nella città di un altro Francesco, il poverello d’Assisi. Può sembrare paradossale legare la figura di San Francesco all’economia, vista la scelta del Santo di una povertà estrema, di prendere in sposa la sua Madonna Povertà. Ma Francesco è stato al centro di un’economia, non dimentichiamo infatti che i francescani furono i primi economisti d’Europa, dai loro trattati di economia fino alla nascita a metà del ‘400 delle prime banche, i Monti di Pietà, i Monti Frumentari e i Monti dotali.

Oggi ci siamo dimenticati dell’Economia di San Francesco perché nel cercare le radici della scienza economica molti studiosi e non solo hanno finito per concentrare la loro attenzione sulle dottrine sviluppate a partire dal XV secolo in Inghilterra e nei paesi del Nord-Europa, riprese secoli dopo da Adam Smith. San Francesco ha inventato l’economia europea, l’economia di mercato scegliendo la povertà. Papa Francesco in diversi discorsi ha detto: «Non si fa una buona società senza una buona economia»: bisogna cambiarla, perché attualmente l’economia è una cosa bella ma insufficiente per come è vissuta. Quindi la povertà diventa un punto di vista sull’economia per un’altra idea di ricchezza, un’altra idea di inclusione. Francesco aveva scelto la sua povertà immaginando un’economia del dono, dove i poveri, gli esclusi e gli invisibili della nostra società sono protagonisti, dove la ricchezza è condivisa e dove l’economia è in stretta relazione con l’ambiente.

 

Papa Francesco vuole riprendere quel pensiero economico coinvolgendo i giovani che non sono il futuro ma sono già il presente e dà fiducia dicendo loro: «Voi potete cambiare il mondo». I grandi protagonisti dell’evento saremo noi giovani. La responsabilità è tanta ma la speranza per un mondo ed un modello economico migliore ci spingono a cambiare le cose. I giovani possono fare la differenza. Sono il presente e il futuro in tutti i sensi, anche dell’economia. Francesco nella lettera ci chiede di «stare insieme e conoscerci» e poi «fare un ‘patto’ per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani». Già da adesso il processo si è innescato. In tutto il mondo attraverso i Toward EoF, i giovani che parteciperanno all’evento si stanno riunendo, conoscendo e preparando. The Economy of Francesco non è infatti fine a se stesso ma è solo l’inizio di un qualcosa di bello, di un cambiamento generativo.